domenica 19 settembre 2010

Le provvigioni

-Capitano!!!

Le grida di Jack, il mozzo, riescono quasi a coprire per qualche istante il frastuono delle bombarde dei Reami di In-Lin. I galeoni sfrecciano a cavallo delle nubi, come le libellule fanno sui ruscelli.
-Capitano Trow!!! Ci hanno colpito!!! L’Ammiraglia di In-Lin ci colpisce!!! La chiglia! La chiglia perde le sabbie!!!
Ma a volte le libellule, incontrano le rane. Le grida dei marinai, l’andirivieni dei remi, creano il panico fra tutti gli Approvvigionamenti. Sei incatenato nel fondo della stiva di una corvetta dei Regni dell’Ofrent. Qui la vita non è facile. Gli odori acri e penetranti rendono molto sofferta la traversata continentale e il cibo e l’acqua sono decisamente scarsi, appena sufficienti per tenerti in vita. La ressa è eccessiva, condividi il sudore con gli altri. Alcune delle persone con le quali hai parlato e sofferto insieme, ora giacciono stese sul pavimento strattonati dai loro compagni di catena. Il mal di nubi non da tregua. Puoi solo sperare, come ogni giorno, di arrancare a quello dopo. Il tuo compito, del resto il principale di ciascun Approvvigionamento, è quello di sopravvivere. Sei nato e cresciuto per questa finalità. I remi. I remi si scavalcano in un frenetico galoppo verso una improbabile via di salvezza. Tutti gli Approvvigionamenti scalciano per liberarsi dalle catene che lentamente sembrano accompagnarli incontro alla tomba, nulla è peggio del sentire la morte attorno alle caviglie.
Improvvisamente un soffio di vento sfiora candidamente le tue labbra portandoti alla mente i dolci momenti passati all’aria aperta delle stalle in cui sei stato svezzato e cresciuto. La luce penetra pesantemente attraverso l’aria grave, come una lama gelida può fare con un cuore rovente. Il portellone. Il portellone si spalanca, affacciando al cielo azzurro quel loculo infernale che è la cambusa. Eword, il cuoco della corvetta, fa capolino con fare poco rassicurante.
-Voi!!!Voi sette alzatevi e venite qui!!!
Purtroppo a volte, anche i cuori roventi cedono il loro ardore, quando chi brandisce la lama, di cuore, non ne ha.
-… dite a noi?... Signore…
-Certo che dico a voi! Muovetevi stupidi pezzi di carne senz’anima! Dobbiamo scaricarvi!
Eword, detto il Cane Randagio per via del suo continuo sbavare e per l’odore di cane bagnato che normalmente lo precede, è considerato il vero boia della nave. A lui spetta il compito di preparare la cena per il capitano e la sua ciurma. Sette. Sette sono le persone che ogni catena può torturare e sette sono i gradini che portano fuori dalla cambusa fino alla coperta.
-Muovetevi schifose carcasse!
Esplosioni e contraccolpi, fan tremare la corvetta, le vibrazioni non aiutano di certo l’equilibrio. C’è chi cade, chi scivola strattonando gli altri verso il pavimento. Tu stesso, il settimo della fila, cadi sotto il peso del quinto. Il Cane Randagio, tra uno sbraito e l’altro, trascina le catene su per le scale. Uno. Lluk, amico di grande esperienza, ti ha aiutato in molte occasioni, soprattutto contro gli sberleffi di alcuni Approvvigionamenti più grandi durante l’infanzia alla stalla. Ora lui vede il cielo. Due. Shirly, sorellina minore di Lluk aveva appena imparato a farsi le treccine e in lacrime cerca protezione fra le braccia del fratello. Ora lei vede il cielo. Tre. Antony, purtroppo lui è già spirato. Il cielo lo ha visto prima di Lluk. Quattro. Signor J, l’Approvvigionamento più anziano della cambusa è sopravissuto a decine di traversate e di battaglie, purtroppo questa sarà l’ultima. Lui ora vede il cielo. Cinque. Werty, adolescente ribelle e dalla lingua troppo lunga, si oppone a una volontà contro la quale nessuno può. Ora lui vede il cielo. Sei. Xerard, morì tempo addietro nel tentativo di fuga, libero dalla catena ma monco ad una gamba. Lui il cielo lo vide già tempo addietro. Sette. Infine tocca al sette. Un solo gradino ti separa da ciò che non annusi da molte lune. Sette. Sette sono le note dello spartito e sette sono i colori dello arcobaleno. Arrivi al boccaporto. La luce t’inonda gli occhi accecandoti per alcuni secondi. Lentamente il mondo ti riappare nitido a chiaro, ma cruento e severo. Strattonato dal Randagio vieni fatto cadere. Lo spettacolo è agghiacciante. Tutto il ponte della nave è ricoperto dagli Approvvigionamenti fatti uscire da altri settori della cambusa. Tutti strillano, certi piangono implorando pietà, come se sapessero dell’avvicinarsi della fine. Molti marinai si aggirano agitati dalla situazione di pericolo. La piccola corvetta sembra essere inseguita dall’Ammiraglia di In-Lin, che non curante degli Approvvigionamenti continua a bombardare, colpendo di tanto in tanto la chiglia. La chiglia. Si, è la parte più importante della nave, importante come sono i genitori per un bambino, ma quando questo rimane orfano, perde l’innocenza che lo contraddistingue. Nello stesso modo la chiglia perde le sabbie, che come l’innocenza per un bambino le permette di rimanere leggera. Le bombarde non risparmiano né le orecchie, né tanto meno i cuori. L’odore della polvere da sparo investe a ogni scossone chiunque sia a bordo.
-Presto!!! Chiunque si debba sfamare lo faccia!!! Adesso!!!
Il capitano Trow, dall’alto della sua statura, ha parlato. Ha decretato il termine della vostra esistenza. Lui è un uomo decisamente fiero e orgoglioso nel carattere, il cui portamento riflette tali doti. Il riverbero della sua armatura quasi sbiadisce i tuoi stracci. La ciurma sbavante si riversa febbrilmente contro gli inermi Approvvigionamenti che difendendosi come possono, soccombono. I militari iniziano con lo strappare le vesti dai corpi ormai arresi. E come cani malati lacerano le carni di quelle povere persone. Non ne mangiano le carni, ma ne bevono il sangue. Anche otto marinai possono scagliarsi su di una sola preda. Vieni sbattuto a terra, mentre qualcosa ti strappa la pelle dalla schiena. Cerchi di ribellarti ma qualunque sia la cosa che hai alle spalle ti tiene a terra, una lingua ti scorre lungo la ferita ripercorrendo il cammino dei rivoli di sangue. Il respiro si fa pesante, il tuo e il suo. La gente muore, cade privata del suo unico fluido vitale, lo stesso di cui sono sprovviste quelle sanguisughe…gli abitanti dei Regni di Ofrent, i tuoi carceriei. Ti senti debole, stanco vorresti solo dormire. Il frastuono delle bombarde, però, impedisce qualunque riposo.
-Basta così!!! Vi siete nutriti a sufficienza! Ora gettateli via! Tutti! Sbrigatevi! Dobbiamo fuggire!!!
Il capitano Trow, dall’alto della sua statura, ha parlato. Lui ha potestà su ciascuno di voi, nessuno può opporsi. Tu, come molti, ti senti trascinare lungo il ponte. Vedi il cielo, le nuvole, il faro di Monte Corvo del Passo delle Cicale, l’albero maestro, il sole. Già, il sole. Da tanto tempo desideravi rivederlo.
-Buon viaggio…scarto!!!
La voce del Cane Randagio è l’ultima che sentirai. Il peso di Lluk, poi quello di Shirly, poi quello di Antony, poi quello del Signor J, poi quello di Werty, poi quello della cavigliera d’acciaio di Xerard, poi il tuo. Ma ciò non ti preoccupa, non ti preoccupa minimamente. Percepisci ciascun asse scorrerti lungo la schiena mentre il peso dei tuoi amici ti trascina verso la passerella. La passerella. E’ proprio vero, la passerella è come una dama che concede il suo corpo ma non l’anima, il dolore è tanto ed è forte ma poi si sa, passa. Ti senti cadere. L’aria non è più grave e pesante come nella cambusa. Vedi il sole. Il sole riscalda il cuore e lo spirito, in un abbraccio che non pensavi di poter mai più accogliere. Cadi. Tutti cadono prima o poi. Ma voi, poveri Approvvigionamenti, cadete senza freni, centinaia di catene umane sfregiano i cieli azzurri come fa la pioggia in primavera. Sei sempre stato legato, anche ora che stai per morire. Ma adesso sei libero. Non sei più il settimo di una catena qualunque. Sei un angelo che torna a casa.

Fine

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